17 feb 2012

Santi, Ici e Cantanti

Pare proprio, ultimamente, che qualcuno abbia rilanciato il divino un po' in tutti i campi: il commercio si affida a San Valentino, la discografia a San Remo e Monti - alleluja! - decide che è il momento che la Chiesa Cattolica faccia un po' di beneficenza ai poveri anziché predicarla soltanto. Un bilancio in media ottimo per le nostre tasche, un po' meno per la nostra pazienza.
San Valentino, però, lo si può ignorare; con Sanremo è molto più dura. Anche volendo restarne fuori, è impossibile: la tv parla solo di quello, i social impazziscono, i tweet e gli hashtag si accumulano, le battute si sprecano: anche questo è Sanremo, nel 2012: un fenomeno multimediale. Il rapporto che gli italiani hanno con il Festivalone è un po' quello che unisce una vecchia coppia isterica: non ci si ama più, ci si critica continuamente, ma alla fine si resta insieme. E questo - lo ammetto - è quanto accade anche a me. Le ultime parole famose sono "eh no, Sanremo quest'anno NO!". Infatti sono qui a scriverne.
Dopo essermi concentrata sulla musica per anni, è difficile smettere di parlarne, la penna parte da sola, le dita scorrono sulla tastiera del portatile come possedute: il destino è quel che è, non c'è scampo più per me.

Ma veniamo quindi ai punti salienti della manifestazione.


  • L'IMPEGNO
Questo festival dedica uno spazio alla mia regione, la Liguria, e alle vittime dell'alluvione. È bello che non ci si dimentichi, pur essendo passato del tempo, della tragedia che ha sconvolto Genova, La Spezia e la riviera di levante. Ci sono state parecchie iniziative musicali dedicate a noi, e ne sono felice. Ho una sola perplessità: come mai non sento nominare Messina, all'interno di queste iniziative? Perché non si ricorda che - oltre alla tragedia di Genova e La Spezia, c'è anche quella di Barcellona Pozzo di Gotto? Ci sono alluvionati di serie A e di serie B? La dignità, la casa, il lavoro, gli affetti, sono andati perduti tanto sotto la dolcenera del Fereggiano quanto sotto quella del Longano. Sono colpita che nessuno dica nulla.

  • BELEN E LE FARFALLE
Ne parlerò poco. Dico solo che "volgarità" non è solo un termine che serve a indicare tette e culi al vento. La volgarità è anche l'intenzione, la sottile allusione a ficcare pruriti a forza anche dove non fanno parte del contesto. In un festival internazionale di questa portata, la farfallina di Belen non c'entrava proprio una beneamata.

  • I CANTANTI (a grandi linee quelli che ho notato nel bene e nel male. Soprattutto nel male.)
Nina Zilli
Nina Zilli, cotonatura "Amy Winehouse Tribute" a parte, meravigliosa come sempre. Amo molto la sua voce profonda, l'intonazione sempre impeccabile, il suo look retrò e il fatto che sia trasparente. Bravissima.
Arisa me l'aspettavo: bisognava togliersi i panni della svampita, prima o poi, e questa canzone drammatica, cantata con delicatezza e precisione, è la sua occasione. Melodia sanremese al 100%, non mi stupirei se vincesse lei questa edizione 2012.
Noemi: e poi dicono che i talent sfornano solo meteore. È sempre stato chiaro che Noemi aveva quel "qualcosa in più" che le avrebbe fatto fare carriera in un batter di ciglia. Le collaborazioni giuste (Fiorella Mannoia), gli autori giusti (Fabrizio Moro, per il pezzo presentato all'Ariston), la voce roca e unica. La apprezzo moltissimo. Unica critica va al suo parrucchiere: il rosso Milva è passato di moda da un po', non sarebbe meglio un colore più sobrio? 
Matia Bazar: ovvero "Silvia si sveglia a Mezzanotte". Molto brava, sono contenta sia tornata perché la gallina spennacchiata che avevano prima mi aveva fatto venire voglia di rinnegare le radici comuni che ho con questo gruppo, che ai tempi della Ruggiero amavo alla follia. 
Arisa
Francesco Renga: per farvi capire che ne penso, devo citare un tweet di Paolo Madeddu, che io venero per la concisione: "il brano di Renga è un chiaro tributo a Renga".
Gigi D'Alessio e la Berté: ci ho messo un po' a capire che D'Alessio stava cantando con Loredana: mi era sembrata, da lontano, prima Renato Zero ingrassato, poi Lele Mora. Coppia improbabile. Lei troppo di carattere, lui sempre in stile Napulepiezzecore anche se gli dessero da cantare Wild Boys dei Duran Duran.
Irene Fornaciari: tutti la odiano, a me la sua voce non dispiace, la trovo un'interprete credibile, ma la canzone che ha portato è semplicemente orrenda. Non è un Grande Mistero che sia stata esclusa.
Erica Mou
Pierdavide Carone: non gli perdonerò mai di avere scritto la canzone con cui ha vinto Scanu nel 2010. Lo manderei a casa in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi. E gli direi "Caron, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole". Capito, Nanì? E più non dimandare.
Marco Guazzone: un incrocio fra Tricarico e Mattew Bellamy. Mi piace moltissimo. Al primo ascolto ho pensato "mmh", al secondo invece "vincerà lui".
Erica Mou: (e qui mi faccio tanti nemici) di lei il web usa termini come "rivelazione", "miracolo", "meraviglia". A me è parsa di un noioso insostenibile, forzatamente cantautorale, clonata in quell'underground di nuovi talenti che sono convinti di essere gli eredi di De André, ma che musicalmente si somigliano troppo e pensano che basti una chitarra per renderli Cantautori. Capiamoci: non è che sia sbagliato, ci sono giovani musicisti che con una chitarra e un bel testo dimostrano di essere professionisti pure sul palco di un pub. Erica Mou, però, che palle. Voglio sentire presto altri suoi brani pre-sanremo per cambiare idea.
Giulia Anania: non pervenuta. Ma chi l'ha scelta questa? E soprattutto: Perché?

  • GLI OSPITI 
Patti Smith
Che si può dire di Patti Smith che canta dal vivo "because the night", se non che ho pianto davanti al video come una bambina per la gioia? Almeno una nota di grande qualità in questo festival l'ha portata lei senz'ombra di dubbio. Peccato che ci siano le figuracce degli altri a togliere il sorriso. Tipo quella di Arisa, che porta José Feliciano sul palco con il piglio di un cane guida, e poi gli indica lo sgabello dicendo "devi sederti lì", e subito dopo chiede a Morandi "come lo aiutiamo a sedersi?" Qualche neurone glielo hanno tolto per l'immagine, ma qualche altro le manca di suo. Brian May suona con Irene Fornaciari, lei piange, commossa: i Queen li ama tantissimo, d'altra parte: l'ultima volta che l'ho vista qui a Genova era a un concerto dei RadioGaga (coverband delle Regine) insieme al compagno, Roberto Tiranti (mio concittadino). Bersani ha cantato romagna mia; e io lì per lì pensavo fosse il PierLu. Bello il duetto Skye e Zilli; tutti ci siamo chiesti chi diavolo fosse Gary Go; Anzi, Garigò, grazie Morandi che esisti.

  • I PRESENTATORI
Morandi non ce lo vedo a presentare. La Canalis non ce la vedo al mondo proprio e non mi stupisco che Clooney sia passato da Ocean's Eleven a Fastweb dopo questa relazione. Belen non la sopporto. Papaleo non mi piace. Meno male che c'è Vessicchio.

  • IL PRONOSTICO
Non rispecchia del tutto la classifica che vorrei, ma faccio come il buon Sabani quando imitava Mike: scelgo la busta tre e dico che questa edizione la vince Noemi (ballottaggio al secondo tra Arisa e Zilli). 


Ci vediamo domenica per il numero del negozio che mi ha venduto la sfera di cristallo. Oppure per gli insulti, fate voi, io tanto non ho niente da fare.



Aggiornamento durante la diretta di Sabato 18 febbraio 2012: ho appena capito che voglio Arisa al primo posto, Nina Zilli al secondo e Noemi al terzo. Rimane confermato il pronostico, ma il mio cuore è con quella piccola papera che è di una professionalità impressionante. Brava Rosalba, mi hai commossa.


Aggiornamento dopo la finalissima: Ha vinto Emma. Seconda Arisa, terza Noemi. In Italia contano soprattutto gli AMICI. Che squallore. Brava Arisa, brava Noemi, e brava Nina! Per me questa è musica.

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